COME E' TRISTE VENESSIAAAAAAAA...
Cantava, preveggente, Charles Aznavour. Cristina, la mia Nipote preferita, non di sangue ma come se lo fosse e forse piu', ha scritto un'ottima recensione, cui forse manca un pizzico di sano veleno, sul film che ha 'trionfato' alla Mostra del Cinema, equiparandola cosi', nel piattume, a quel cadavere ambulante che e' la Mostra di Cannes. C'era un tempo una mostra piena di eventi speciali degni di tal nome, con un occhio al cinema per i giovani, al cinema fantastico di qualita', alle nuove promesse, perfino, in tempi bui, alla 'fronda' di Alessandro Blasetti con il suo 'pericolosissimo' La corona di ferro... tutto cancellato da una giuria sonnolenta presieduta da un regista il cui genio e', a mio parere, tutto da dimostrare, senza particolare blasone, capace pero' di premiare la sua ex girl friend che, guarda caso, e' la figlia di un prepotente e invadente nepotista cinematografico come pochi. Ricordo di aver ascoltato la compianta Suso Cecchi D' Amico, l'unica volta in cui fui a Venezia come 'accreditato', esprimersi in un linguaggio, come dire, portuale contro l'operatore della Sala Volpi, reo di aver invertito le pizze del restaurato Ludwig di Luchino 'The Genius' Visconti. Posto che la signora abbia saputo lo sfacelo dell'ultima edizione, suppongo che i vicini di tomba la chiamino ormai La Trottola.
Come e' triste Venessiaaaaaaaaa...
La Gazzetta di Lankhmar
Quello che mi passa per la testa, con la cattiveria che mi contraddistingue. Tanto Cinema, tanta Letteratura, tanta Musica.
lunedì 20 settembre 2010
Grazie
Se ci sono due persone cui, nel bene e nel male, devo il mio stile (e anche un po' quello che sono), sono due zii, uno autentico e uno 'putativo', ambedue dal lato paterno: Italo Mangani e Vittorio De Angelis, in arte semplicemente Vitto'.
Al primo, simpaticissimo romagnolo trapiantato a Firenze e tanto legato a questa citta' da 'dimenticare' le sue radici, devo probabilmente tutti i possibili vizi che un bravo prozio da' al figlio del suo nipote preferito: ogni visita nella citta' dei miei avi significava mattine turistiche e pomeriggi cinematografici (la sua passione, e poi la mia, i film western che lui chiamava 'co' Coiboi'), nonche' il permesso di leggere tutti i suoi libri (beh... QUASI tutti) e un pacco voluminoso di libri nuovi da riportare con me a Roma. Fu lui a farmi notare che, dato il mio ancora acerbo ma spiccato e (secondo lui) simpatico senso dell'umorismo e la comune data di nascita con l'autore, mi ci sarebbe voluto Tre uomini in barca... a distanza di quasi mezzo secolo, sono qui a dargli ancora ragione.
L'altra persona, 'zio' in quanto era uno dei migliori amici di mio padre, se non il migliore, e' Vittorio De Angelis, in arte semplicemente Vitto', colonna di un giornaletto, Il Vittorioso, di cui pochi conservano memoria, del Messaggero dei Ragazzi ma soprattutto 'inventore', per i piu' giovani, di rubriche storiche sul Topolino Mondadori quali Il salotto di Clarabella e soprattutto Qui Paperino Quack! Finche' fui piccolo, il suo apporto si limito' a spedirmi, una volta al mese, mastodontiche scatole di cioccolatini messe a disposizione da Il Vittorioso per i piccoli lettori che inviavano barzellette alla sua rubrica, molto affettuoso ma, per precoce che fossi, a due anni non avevo spedito proprio niente e il cioccolato non potevo mangiarlo... Poi mi presento' molti scrittori che, progredendo negli anni, diventavano i miei idoli (e in qualche caso lo sono tuttora), Metz, Carletto Manzoni, Marchesi, Amurri... per culminare, in un magico pomeriggio di maggio, con Benito Jacovitti. A lui devo la pubblicazione, proprio su Il Messaggero dei Ragazzi, del mio primo 'atto unico', La tenda... rissa (notate come il mio bislacco senso dell'umorismo non sia poi cambiato molto... e che il comandante Nobile mi perdoni). A lui, poco prima che se ne andasse, devo le risate sincere leggendo i miei bozzetti, gli abbracci, gli incoraggiamenti, come se fossi ancora il 'pupetto' di Guido e non un signore di cinquant'anni...
Zii, magari vi ho deluso, ma... grazie lo stesso, dovunque siate.
Al primo, simpaticissimo romagnolo trapiantato a Firenze e tanto legato a questa citta' da 'dimenticare' le sue radici, devo probabilmente tutti i possibili vizi che un bravo prozio da' al figlio del suo nipote preferito: ogni visita nella citta' dei miei avi significava mattine turistiche e pomeriggi cinematografici (la sua passione, e poi la mia, i film western che lui chiamava 'co' Coiboi'), nonche' il permesso di leggere tutti i suoi libri (beh... QUASI tutti) e un pacco voluminoso di libri nuovi da riportare con me a Roma. Fu lui a farmi notare che, dato il mio ancora acerbo ma spiccato e (secondo lui) simpatico senso dell'umorismo e la comune data di nascita con l'autore, mi ci sarebbe voluto Tre uomini in barca... a distanza di quasi mezzo secolo, sono qui a dargli ancora ragione.
L'altra persona, 'zio' in quanto era uno dei migliori amici di mio padre, se non il migliore, e' Vittorio De Angelis, in arte semplicemente Vitto', colonna di un giornaletto, Il Vittorioso, di cui pochi conservano memoria, del Messaggero dei Ragazzi ma soprattutto 'inventore', per i piu' giovani, di rubriche storiche sul Topolino Mondadori quali Il salotto di Clarabella e soprattutto Qui Paperino Quack! Finche' fui piccolo, il suo apporto si limito' a spedirmi, una volta al mese, mastodontiche scatole di cioccolatini messe a disposizione da Il Vittorioso per i piccoli lettori che inviavano barzellette alla sua rubrica, molto affettuoso ma, per precoce che fossi, a due anni non avevo spedito proprio niente e il cioccolato non potevo mangiarlo... Poi mi presento' molti scrittori che, progredendo negli anni, diventavano i miei idoli (e in qualche caso lo sono tuttora), Metz, Carletto Manzoni, Marchesi, Amurri... per culminare, in un magico pomeriggio di maggio, con Benito Jacovitti. A lui devo la pubblicazione, proprio su Il Messaggero dei Ragazzi, del mio primo 'atto unico', La tenda... rissa (notate come il mio bislacco senso dell'umorismo non sia poi cambiato molto... e che il comandante Nobile mi perdoni). A lui, poco prima che se ne andasse, devo le risate sincere leggendo i miei bozzetti, gli abbracci, gli incoraggiamenti, come se fossi ancora il 'pupetto' di Guido e non un signore di cinquant'anni...
Zii, magari vi ho deluso, ma... grazie lo stesso, dovunque siate.
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